martedì 30 novembre 2010

Le due anime di una borsa...

Estetica, funzionalità, trasformismo...
Queste le tre parole chiave che raccontano le borse di 
Ilaria Mai dal nome "comme l'oiseau".  


Ma prima di darvi il mio parere vi racconto un pò quello che dice Ilaria del suo progetto:  


Il nome è ispirato da un verso di Paul Valery: ?Il faut etre léger comme l'oiseau, et non comme la plume?, verso che mi ha dato un' importante suggestione per il concept.


L' idea è quella di dare vita ad una borsa che possa essere anche molte borse, grazie ad un manico (per questa prima collezione, in cuoio grezzo o PVC trasparente) che può ospitare, tramite un sistema di bottoni automatici, tante sacche, diverse in materiali e colori, alcune double faces.

Così dando la possibilità di comporre la propria borsa e creare accostamenti materici e di colore sempre diversi, semplicemente cambiando una di queste parti.
Tutte le borse sono pezzi unici realizzati a mano, questo perchè io personalmente vado in cerca dei materiali per continuare a proporre storie sempre nuove che raccontino di personalità ogni volta diverse e in costante evoluzione.
".


Ilaria è laureata in Disegno industriale e Design e spera un giorno di potersi occupare di scarpe ed altri accessori, e sinceramente lo spero anche io!


Mi piacciono le borse di Ilaria principalmente perchè hanno due anime: la prima è l'anima di cuoio, quella esterna,che protegge e sorregge e l'anima interna ,morbidacolorata, camaleontica, che si adatta perfettamente al bisogno di ogni donna di sentirsi nuova e diversa...


La collezione 2010 si può avere con il manico in cuoio in due colori: Testa di moro e color cuoio naturale, mentre per la borsa vera e proprio potere sbizzarrire la vostra fantasia scegliendo tra le proposte da vedere nell'area archive&customize section sul suo sito.






mercoledì 24 novembre 2010

Mbè? ecco l'intervista

Stiamo provando a non arrossire, ma credeteci: non è mica facile.
Qualche giorno fa siamo stati contattati da un blog molto cool
che si occupa di tendenze in giro per il mondo e ci ha chiesto di rilasciare
una intervista sul nostro progetto: mbè? design.
"Le frivolezze di B" è il nome di questo spazio,
che conta oltre mille sostenitori, al cui interno svolazzano articoli legati al mondo
delle tendenze in tema di moda e design.

Pubblichiamo l'intervista  e vi invitiamo a tenere sott'occhio
questo blog davvero ben fatto.




da www.lefrivolezzedib.it


mbè è un suono, una sensazione, uno stile di vita. mbè è l’approccio disimpegnato 
ad una realtà frenetica che ci confonde. mbè è la domanda che ci poniamo 
per capire chi siamo; la risposta la nostra affermazione di stile.

E’ con queste parole che si apre la pagina fan Facebook di mbè? design,
un duo speciale nato dalla collaborazione di due menti affini Pamela e Luigi,
compagni di vita e di passioni. Ma di che cosa si occupano di preciso?
Di accessori ed interior design, questa è la risposta, 
due delle nostre più note passioni di cui potremo parlare per ore, 
ma lasciamo che si raccontino da soli, 
una volta conosciuto il loro lavoro non potrete farne più a meno.
Allora ciao ragazzi, benvenuti su Le Frivolezze di B, 
noi abbiamo studiato a lungo la vostra missione 
ma le nostre lettrici ancora non vi conoscono. 
Cominciamo spiegando quanto sia importante la coppia nel vostro progetto.
Pamela: Sicuramente la coppia è un aspetto fondamentale, 
perchè senza la coppia  mbè? design non esisterebbe. 
Il nostro è un progetto che nasce dalla condivisione di molte passioni tra cui il design, 
la moda, la fotografia e l’arte.Personalmente già producevo accessori artigianali,
successivamente Luigi si è avvicinato piano piano al mio mondo.

Luigi: la coppia è il motore di questo progetto ed è presente in tutta la nostra vita. 
mbè? design in pratica è la nostra volontà di tuffarsi l’uno nel mondo dell’altro. 
Io sono un designer, e per amore seguo la mia Inter cucendo borse.
Scherzando dico sempre a Pamela di aver trovato in lei la mia Yoko Ono, 
cioè non una semplice compagna di vita ma una persona 
con la quale sposare uno stile di vita, con la quale potersi perdere in questo mondo.
Nella nostra coppia riusciamo di nuovo a stupirci 
e a curiosare come quando si era bambini.
Credo che mbè? design rispecchi questo mio pensiero.







Sul vostro account Etsy leggiamo che l’articolo n°2 del vostro codice familiare 
prevedere che Luigi cucini e Pamela stiri. Alcune piccole regole sono indispensabili 
alla convivenza felice tra due amanti, per curiosità, 
qualche altro articolo si può rivelare? Non sia mai potrebbe tornarmi utile!
Pamela: art.1 Luigi deve rispettare tutte le mie 100 paia di scarpe, 
art.3 io Pamela devo rispettare la sua Inter. In realtà gli unici articoli realmente presenti 
nel nostro codice familiare sono il rispetto reciproco, la condivisione di sia di cose belle 
che quelle brutte, ma sopratutto la divisione dei compiti 
per far in modo di avere più tempo possibile da passare insieme.


Luigi: Non è che esiste una costituzione nella nostra coppia, però qualche piccola regoletta 
non scritta esiste, anche se il tutto si svolge con estrema naturalezza. 
Di base, la forza nella nostra coppia è che un’anima precisa e ordinata come lo è Pamela 
riesca a vivere con una easy ed estremamente rilassata 
come me senza bisogno di riprendersi o pianificare regole di vita.

E a proposito dell’arte dello stirare, perchè concordate con me che questa 
deve essere una vera e propria pratica artistica, 
proprio da qui ha origine la collezione di borse. 
Raccontateci come nasce questa rivisitazione della camicia.
Pamela: L’idea è venuta a me, mentre gironzolavo per casa. 
C’era una camicia di Luigi piegata e stirata, in attesa di essere inserita in un cassetto. 
L’ho osservata distrattamente e poi l’idea è venuta…                                                                                  più che altro è stata una visione. Poi l’ho presa ed ho chiamato Luigi tramite Skype 
perchè lui era fuori, gli ho mostrato l’idea che lui ha subito appoggiato con entusiasmo.
Luigi: L’idea è vincente per me perchè abbiamo realizzato una borsa 
che non resta un semplice oggetto in quanto vive grazie al concetto che c’è dietro. 
Utilizzare camicie anche vissute non fa altro che dare forza alla borsa,
 che oltre a rappresentare un grido di ribellione alla pratica dello stirare, emana un vissuto, 
trasuda storie da immaginare. Ecco, quando vedo queste borse la prima domanda che mi faccio                                                                 è da dove diavolo provengono quelle camicie. Da un mercatino vintage,
da uno scaffale dimenticato. Da un oggetto che ha una sua connotazione
ne otteniamo un altro. Questa non è magia ma la nostra concezione di idea.

Accessori e interior design, quindi non solo borse, di cos’altro vi occupate nello specifico?
Pamela: Io personalmente nasco come stilista e lavoro già in un ufficio stile. 
Come già scritto nella prima domanda, mi piace molto realizzare oggetti artigianali. 
E’ una vera esigenza fisica, perchè adoro il rapporto con la materia, 
l’emozione di un oggetto finito che prende forma dalle mie mani,                                                             l’idea che nasce da un errore. E’ una sensazione che non puoi avere solamente progettando.
Luigi: credo che mbè? design ad oggi stia completando una prima fase di sviluppo. 
In un anno ci siamo impegnati a sperimentare cose senza delinearci un profilo. 
Ad oggi siamo un progetto di sviluppo tendenza. 
Non per essere presuntuoso, ma credo sia impossibile vedere i nostri prodotti 
e pensare di averlo già visto. Prendiamo come esempio i vinili adesivi da interni. 
Ormai li troviamo ovunque, da ikea ad obi, ma troviamo sempre cose standardizzate 
che non vanno mai oltre il semplice decoro di una parete. 
I nostri vinili nascondono un concetto che la scintilla che provoca quell’emozione di pancia 
che dura nel tempo. Ecco tutto ciò che facciamo, dagli accessori di moda 
all’interior design, partono dalla questa semplice regola:
il bello passa con il tempo, ma è l’idea ciò che resta immutata.

Essendo una coppia creativa sicuramente dedicherete dei momenti 
della giornata al brain storming, come vi accordate sulle soluzioni definitive?
Pamela: Mbè? design nasce inizialmente con l’esigenza di avere uno spazio 
in cui liberare le proprie idee. Entrambi abbiamo lavori negli ambienti del design, 
ma si sa che non è facile esprimersi liberarmente quando si dipendenti. 
Il nome del marchio vuole esprimere proprio questa libertà infatti la nostra mission recita: 
“mbè è un suono, una sensazione, uno stile di vita. 
mbè è l’approccio disimpegnato ad una realtà frenetica che ci confonde. 
mbè è la domanda che ci poniamo per capire chi siamo;
la risposta è la nostra affermazione di stile.
Questo vuol dire che il brain storming, può nascere in qualsiasi momento, 
a volte ci chiamiamo durante la giornata per comunicarci idee, o timing. 
Per il momento siamo i padroni del nostro progetto.                                                                                    A volte abbiamo bisogni impellenti di concludere dei percorsi, 
in altri casi abbiamo l’esigenza di fermarci, di allontanaci dai nostri impegni. 
Il tutto viene fatto parlando molto. Di solito sono io quella più risoluta affinchè 
tutto sia fatto con costanza e dedizione.
Luigi: Credo che viviamo in un eterno brainstorming. 
Questo perchè ogni momento è buono appuntare idee, proposte, disegni vari. 
Spesso ne discutiamo via telefono in quanto facciamo due lavori diversi,
ma la sera a casa se ne parla, si migliora ciò che si è pensato da solo. 
Ecco anche qui ritorna il concetto di coppia. Dopo aver creato uno schizzo di base 
si realizza un moke-up o un cartamodello e su questa base vengono messi a punto i dettagli. 
Solo alla fine di questa fase decidiamo se produrre o no.

Chi è il braccio e chi la mente nella coppia?
Pamela: Dipende dai casi e da chi ha avuto l’idea perchè non esiste 
una rigida divisione di compiti in quanto è fortemente condiviso.
Luigi: Confermo anche se non mi piace fare il braccio.

Avete uno studio o lavorate in casa?
Luigi e Pamela: lavoriamo in casa

Progetti per il futuro?
Pamela: Speriamo di veder crescere il nostro marchio 
e di renderci indipendenti grazie ad esso.
Luigi: Il nostro obbiettivo è quello di trasformare mbè?design 
nella nostra unica occuoazione. Spero presto ci possa permettere di fare un salto definitivo. 
Più strettamente legato al marchio speriamo di poter avviare anche delle collaborazioni
con altri creativi o marchi.

Dove possiamo acquistare le vostre creazioni?
Pamela e Luigi: Ad oggi stiamo provando il fantastico mondo del web, 
ed in particolar modo EtsyQui si può acquistare in totale sicurezza 
e lasciare feedback sul negozio. 
Non sottovalutiamo neanche Facebook dove abbiamo una pagine Fan 
dalla quale riceviamo numerose richieste.
E in ultimo, cosa pensate delle Frivolezze di B?
Pamela: Prima di conoscere le Frivolezze di B ho conosciuto Fabiana, la fondatrice del blog. 
E’ raro incontrare persone che in maniera del tutto disinteressata iniziano alchimie con altre. 
E’ quello che è successo con noi di mbè? design. 
Fabiana ci ha fatto domande molto interessanti da cui trapela una forte sensibilità 
e sopratutto una professionalità di chi davvero ha interesse a conoscere nuove realtà. 
Delle Frivolezze di B mi piace il tono intimo con cui Fabiana è riuscita 
a conquistare numerose utenze. 
Credo sinceramente sia uno dei migliori blog che ho conosciuto fin’ora.
Luigi: Frivolezze di B? Ma l’intervista non era per Vanity Fair? 
Scherzi a parte graficamente è molto COOL e non perde mai di chiarezza. 
Gli argomenti sono molto interessanti 
in quanto toccano il mondo della moda e delle tendenze a 360 gradi.

mercoledì 17 novembre 2010

meno camicie da stirare e più borse da indossare

Bene lo ammetto, il mio armadio è molto modesto.
Cioè, un attimo...dico modesto perchè mi ritrovo circondato da
indumenti femminili appartenenti alla mia dolcissima metà (meglio chiarire!!!!).
Ora però capitemi bene; il mio non vuole essere un attacco verso di lei
e il suo disordine, bensì un atto di comprensione.
Lei, poverina è anche molto ordinata, ma è normale che, dopo aver riempito
armadi, comodini, soffitte, ripostigli, cantine, scarpiere, mensole e mensoline
di indumenti, accessori, scarpe e cappelli, qualcosa resta fuori.
E' fisica signori miei.

Ora nel mezzo di questo mio inferno personale, la differenza tra noi sta nel fatto
che se lei non riesce a rinunciare ad un solo indumento, io non posso fare a meno
delle mie camicie. Già, perchè potrei fare a meno di mutande, pantaloni,
giacche, maglioni, scarpe, infradito e via dicendo, ma le camicie...
ecco senza una camicia non riuscirei ad uscire.
La cosa sembrerebbe normale, ma la considero
una piccola legge del contrappasso; una piccola vendetta
a quel suo inferno di vestiti, dato che tocca a lei stirarle
per l'articolo n°2 del nostro codice familiare: "io cucino, lei stira".
Ora pensate a 22 camicie da stirare con attenzione in ogni cm quadrato.
Il colletto, i polsini, l'area intorno ai bottoni; e gira la camicia e stira un lato,
e rigirala e stira un altro lato. 5 min, a camicia, pieni zeppi di maledizioni
verso queste 22 poverine che vogliono solo essere stirate ed indossate.

Nascono così le nostre nuove borse, dall' idea di far indossare ad una donna
ciò che forse odia di più del proprio compagno.
Quante di voi da ora, incrociando una camicia  nell'armadio del vostro uomo,
non la vedranno più con occhi rancorosi, ma la penseranno sprecata
nell'essere indossata, quando con paio di cuciture qua e là potrà contenere
il vostro rossetto preferito, il vostro cellulare e il vostro portafoglio.

mbè? design
facebook | shop